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Anni trenta: "i grandi temi"
Alla IV Triennale di Monza, 1930, è il "palladiano" Gio Ponti a promuovere la "Casa Elettrica" dei giovani razionalisti Figini e Pollini, mentre lui stesso si presenta con la "neoclassica" Casa delle Vacanze. Gio Ponti procede così. In questo grande decennio polemico per l'architettura italiana il giovane Ponti entra subito nell'occhio del ciclone, con Domus e con le Triennali di Milano (la V Triennale, '33, è la "sua"): innova nel progettare ma è distaccato dal cuore del dibattito teorico e politico. (Forse qui è la sua perenne neoclassicità.) La sua ammirazione è per gli "individui artisti" (da Terragni a De Chirico) e la sua attenzione è, nello stesso tempo, al "costume". Sarà sempre così. Lui stesso sembra essere, in questi anni, una molteplicità di individui artisti. Procedendo (egli dirà) anche "per erramenti e per casi". Lavorerà a Milano, Roma, Padova, Vienna. Milano gli offre le grandi occasioni private: dal progettare "domestico" (le "case tipiche" o "Domus", 1931-36) al progettare "per l'industria" (primo Palazzo Montecatini, '36; edificio e attrezzature), a un caso di design a scala architettonica quale è la Torre Littoria al Parco, '33. Roma gli offre le grandi occasioni pubbliche: i primi grandi concorsi perduti (Palazzo del Littorio, '36, Ministero degli Esteri, '39), gli incarichi svaniti (Piano Urbanistico per Addis Abeba, con Vaccaro e Del Debbio, '36, Casa d'Italia a Buenos Aires, '37) e due episodi felici (la Scuola di Matematica alla nuova Università, '34, e la Mostra della Stampa Cattolica in Vaticano, '36). Padova gli dà l'occasione del memorabile "atrio" del Liviano, '37, progettato in funzione dell'affresco di Campigli e della scultura di Martini, secondo l'idea della "grande decorazione". Vienna lo riconduce alla domesticità (con gli arredi di Palazzo Furstenberg), Vienna che sembra insegnare, attraverso i suoi architetti, il valore di un pensare l'architettura "senza architetto". Con Bernard Rudofsky, austriaco in Italia, Ponti svilupperà il suo progettare "mediterraneo", in questi anni. Dal '33 al '45 Gio Ponti è socio di Antonio Fornaroli e Eugenio Soncini, ingegneri.
Da "Gio Ponti, l'opera" di Lisa Licitra Ponti,1990, Leonardo Editore